La Parrocchia Ortodossa San Giovanni Battista in Calascibetta è nata nell’anno 2011, nell’antica chiesa cattolica di San Domenico a seguito di atto di cessione per il culto ortodosso redatto nel 2010 dal vescovo di Caltanissetta Mons. Mario Russotto alla comunità Ortodossa di Calascibetta. Sua Eminenza Rev.ma il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d'Italia e Malta ed Esarca per l'Europa meridionale, l’11 maggio dell’anno 2011 venne a Calascibetta nella nuova Parrocchia Ortodossa, questo gesto tra le due chiese è stato interpretrato come segno per l’avvicinamento ed il dialogo tra le due Chiese. Nacque così la prima Parrocchia Ortodossa della provincia di Enna.
Nel passato, era l’anno 1523, i frati Domenicani abitarono in un convento fuori l’abitato, ed attaccato al tempio di Tutti i Santi (sotto l’attuale piazza Umberto Primo). Tra tutti i frati si distinse per santità Fra Bernardo Girio Bissano Priore dell’ordine dei frati Domenicani. Tale convento era talmente povero che i frati lo abbandonarono. Richiamati successivamente nel 1573 eressero un altro convento sulle rovine della Porta dell’Aquila, di cui oggi rimangono l’ex monastero e l’attuale chiesa di San Domenico. Il monastero, poiché era dotato di pochissime rendite fu nuovamente abbandonato nell’anno 1659. I Frati Scalzi dell’Ordine di S. Maria della Mercede a titolo di ospitalità ottennero dal vescovo di Catania F. Michele Angelo Bonadies nell’anno 1675,  la chiesa che fu intitolata a S. Maria della Mercede.
Lo Stato Italiano nel 1866, confiscò la chiesa ed il convento a seguito delle leggi eversive e li incamerò al Demanio dello Stato.
Di pregevole fattura è l’acquasantiera posta a sinistra entrando, la stessa riporta sotto il bordo in lingua latina una dicitura sulla commissione del manufatto ad opera di Antonio Lo Vecchio (barone e benefattore della città di Calascibetta).
Oggi la Parrocchia Ortodossa San Giovanni Battista, adeguata al culto ortodosso presenta una iconostasi in legno, donata dai fedeli ortodossi.
Lungo la facciata dell'antico monastero di via Conte Ruggero è ancora visibile un orologio solare. Nel quale si rileva la scritta: 16 a.nis. 38 seguita dal nome Petri Marchiafava. (Questo nome si ritrova nell’elenco dei soggetti che parteciparono al riscatto della città di Calascibetta del 1535). Nell’angolo destro dello stesso edificio, alla stessa altezza del primo, oggi poco visibile, vi è inciso un altro orologio. Poiché le letture degli orologi solari o meridiane in quel periodo erano due uno col sistema alla francese e l'altro all’italica. Le ore italiche sono contate dal tramonto del sole, mentre le ore francesi sono contate dalla mezzanotte.