Il convento dei Padri Carmelitani fu costruito nel 1371 e comprendeva l’attuale municipio, la casa parrocchiale, la villa comunale e la chiesa della SS. Trinità, adiacente ad essa. Il Monastero era collocato fuori dalle mura della città, tra il borgo medievale ed il quartiere ebraico; di essa rimane il gruppo marmoreo dell’”Annunciazione” attribuita ad Antonello Gagini, altri dicono sia opera realizzata in collaborazione tra Giacomo ed Antonino Gagini.


Nei secoli successivi fu fondata la Congregazione di Maria SS. Del Monte Carmelo, il cui scopo principale era la venerazione della “Cappella di Maria SS. Del Monte Carmelo”.
I cosiddetti “capitoli” regolavano la vita associativa in ogni dettaglio. L’associazione si impegnò in atti di solidarietà tra i soci, quando la protezione sociale pubblica era inesistente. Particolare impulso agli agricoltori che spesso si trovavano in difficoltà, diede la costituzione dei “monti frumentari” o “colonna frumentaria”, il ricorrere a tale risorsa veniva chiamato “succursu” (soccorso).
L’ordine dei carmelitani di Calascibetta fu soppresso nel 1659 e ripristinato nel 1665.
L’attuale chiesa dei Carmelitani risale al 1771, mentre quella vecchia ospitava la sepoltura in marmo pregiato del barone Antonio Lo Vecchio senior, lo stesso marmo fu utilizzato in due altari della nuova chiesa, essendo stata la prima demolita per vetustà. Una pittura di Domenico Provenzano del 1895 adorna l’altare sinistro, dove sono rappresentati dei santi carmelitani.
Tra i tanti Priori del convento dei Carmelitani di Calascibetta, ricordiamo alcuni Maestri mazzarinesi: dal 1644 Alberto Salemi; nel 1742 Giuseppe Salamone; dal 1750 Ignazio Riccobene; dal 1800 Buono; dal 1833 Mariano Margiotta.
Gli ultimi dati conosciuti del Convento sono datati 1859. In questo anno nel convento dei Carmelitani di Calascibetta vi erano sette frati tra cui il Padre Maestro Mariano Margiotta, Priore Reggente di anni 66, Mazzarinese, confessore di entrambi i sessi. Il primo parroco della neo-parrocchia del Carmelo fu Mons. Liborio Colajanni, a cui seguì il Parroco Paolo Castagna.